Enseble Microcanonico
Segue subito in maniera maturale dall’ipotesi ergodica (Boltzmann lo chiamava “Ergode”) e di stato di equilibrio come distribuzione stazionaria:
con
ovvero il numero di cellette con energia e volume compatibile.
La quantità è un’incertezza macroscopica sul vincolo dell’energia.
Boltzmann dimostrò l’ortodicità del microcanonico trovando l’entropia:
Si può verificare direttamente, definendo le versioni intensive, che nel limite termodinamico rispettano la condizione di ortodicità.
Verifica ortodicità
La verifica è molto più complicata di quella del Canonico, e risulta valida solo nel limite termodinamico.
Differenziamo l’entropia definita sopra:
Il problema è valutare le derivate della funzione di partizione microcanonica.
Esistenza della funzione entropia
Il limite termodinamico per il microcanonico assume la forma:
con e .
Ha senso parlare di questo limite? Ipotesi affinchè esista?
Esplicitando il limite precedente ma mandando il volume all’infinito:
con e .
Mandare il numero di particelle all’infinito è straightforward, ma mandare ad infinito un volume? Ecco una difficoltà.
La parte cinetica è semplice da trattare, la complessità sta nel potenziale. Le condizioni che servono a garantire l’esistenza, sono due:
- Temperatezza Sia un interazione di coppia (pair potential). L’energia potenziale di un sistema di particelle si scrive:
con , dove è la dimensione del sistema (es. 3). Diamo un’intuizione sul significato della temperatezza: Calcoliamo l’energia d’interazione tra una particella posta nell’origine con altre disposte con una certa densità costante tutt’attorno, in un volume infinito:
l’integrale converge con l’ipotesi di temperatezza: Ci sta dicendo che la parte positiva dell’energia d’interazione a grande distanze diventa trascurabile.
Lavoreremo con il semplice caso di interazioni abbiano un range finito , che equivale a porre .
- Diamo anche una condizione sulla parte negativa del potenziale, con una condizione di stabilità:
per una costante positiva . Questa richiesta evita che le particelle “collassino”, è un bound inferiore sul potenziale. Ci servirà per calcolare un upper bound sull’entropia, limita gli stati accessibili.
Consideriamo l’ensemble canonico con un potenziale con un lower bound del tipo , calcoliamo la funzione di partizione configurazionale:
L’energia libera di Helmotz è proporzionale al logaritmo:
vediamo che nel limite termodinamico, l’energia libera per particella diverge a meno che , ovvero se il potenziale non è stabile.
- Convessità del ground state rispetto alla densità Consideriamo una sequenza di scatole, e di e . Le scatole hanno dimensione , e sono contenute al centro di scatole più grandi di dimensione .
Il volume di queste scatole è .
Ora un dettaglio “tecnico”, vogliamo definire il numero di particelle data la densità, tramite il volume delle scatole, ma queste hanno valori precisi: per ottenere un numero intero di particelle dobbiamo prima lavorare con densità diadiche:
con interi positivi. Infatti:
quindi se ho proprio quello che volevo.
Possiamo definire la densità di energia del ground state alla densità come:
l’estremo inferiore del potenziale (l’energia cinetica è nulla al ground state) è valutato con il vincolo aggiuntivo che , quindi nelle scatole interne su tutte le configurazione e per ogni . La disuguaglianza è la definizione di stabilità del potenziale.
Aggiungiamo un vincolo: dentro sono contenute , quindi fisso il numero di particelle in di queste a e per le altre quattro, con ottengo lo stesso numero di particelle di prima, ma avendo aggiunto un vincolo. Inoltre essendo le scatole separate da l’energia configurazionale delle scatole è semplicemente la somma.
Abbiamo la quasi-convessità: è convessa sulle densità diadiche, che sono dense nei reali. Per estenderla ci serve la continuità, siccome quando , infatti può essere maggiorata dall’energia del ground state per una qualunque disposizione, es. quella omogenea:
definendo (zero non è diadico) otteniamo che è continua sui diadici e su zero. Ma allora possiamo estenderla per densità reali.
- Upper bound uniforme sull’entropia
Chiamiamo l’epigrafo della funzione . Sia un punto interno con diadica e . Dato . Per densità multiple intere di , definiamo una corrispondente entropia microcanonica:
Osservazione è leggermente diversa dalla definzione solita: sto dividendo per un volume leggermente più grande!
Possiamo effetturare il bound:
abbiamo sfruttato il fatto che è l’inf dell’energia configurazionale a densità . è la superficie delle sfera unitaria in dimensioni (si veda Volume della palla n dimensionale). L’energia di ground state dipende ancora da , ma utilizzando la condizione di stabilità otteniamo un bound uniforme in n.
Quindi la linearità in sulla condizione di stabilità è fondamentale, permette di far comparire la densità quando si divide per il volume:
- Quasi concavità dell’entropia a volume finito
La funzione ha la proprietà di essere midpoint-convessa. Infatti supponiamo di prendere:
con densità diadiche e energie maggiori del ground state. Ora viene un argomento combinatorio. Sia la funzione di partizioni, i.e. il numero di stati del sistema fissata la densità, l’energia ed il volume. Dentro sono contenute copie di , separate da un corridoio e quindi non interagenti. Aggiugiamo un vincolo, imponendo di mettere in delle scatole esattamente e nelle restanti . In tale modo . Il numero di modi in cui posso fare questa cosa, ovvero scegliere come assegnare le particelle a ciascuno degli cubi è:
quindi vale:
In termini di :
Nota: per estendere a densità non diadiche, ricorriamo all’interpolazione linare:
Questa definizione preserva i risultati che abbiamo ottenuto, ovvero l’upper bound sull’entropia e la non-descrescenza in (perchè è una combinazione convessa!).
Nota: i diadici sono densi, ma solo se . Nel nostro caso è finito, quindi sono ben definiti i diadici e attorno a .
- Monotonia dell’entropia come funzione di n
Si vede molto semplicemente che:
La monotonia implica che il limite di esista per ogni diadica e . Ma la sequenza converge anche per non diadiche per la quasi convessità, uniformemente per ogni insieme chiuso nell’interno della regione convessa . Questo segue dalla proprietà del limite di sequenze di funzioni convesse monotone.
L’upper bound uniforme e la quasi convessità implicano che al funzione limite sarà concava e limitata nella regione interna di , quindi continua.
- Indipendenza dalla particolare sequenza di densità e volumi
Abbiamo dimostrato l’esistenza del limite per una sequenza speciale di cubi, liberiamoci di qualche ipotesi restrittiva. Per ora consideriamo sequenza generiche di cubi con lato . L’idea è scomporli e ricondurci al caso precedente, l’errore commesso tende a zero.
Sia con diadica, e con “piccoli”.
Scomponiamo il generico cubo in scatole di dimensione . Il numero di scatole necessario sarà il cubo della parte intera . La differenza del volume dell’unione dei cubi sarà al massimo . Le scatole interne invece un po’ meno:
Dove abbiamo usato il fatto che . Se sono abbastanza grandi in maniera tale che
notiamo che mettendo in ogni scatola un numero di particelle finiamo per mettere nel volume totale più di particelle ().
Per ottenere quindi un numero esatto di particelle, riempiamo con solo un numero di scatole pari a , e mettiamo in una delle rimanenti la differenza per arrivare al numero esatto .
Quindi avremo scatole con energia . In conclusione:
dove è un bound su per l’ultima scatola, con ed un valore arbitrario ma sufficientemente grande (maggiore del ground state).
Questo significa (tenendo conto dell’arbitrarietà di ) che:
perchè e .
- Volumi generici nel senso di Fisher
Ora dimostriamo che il limite vale per ogni sequenza di volumi che tende all’infinito nel senso di Fisher:
con . Abbiamo scomposto il volime in cubi interni ed esterni di lato . Questa richiesta ci assicura che il bordo non cresca troppo velocemente rispetto al volume.